Per quattro anni, Baudelaire ha tenuto incontri regolari con gli studenti di un progetto di cinema della scuola media Dora Maar, a Saint-Denis. In questo tempo, i ragazzi sono cresciuti e hanno elaborato una forma filmica di cui sono loro i veri soggetti: al contempo personaggi, autori e promesse.
Il Club Roshell è uno spazio fondato dall’attivista trans Roshell Terranova a Città del Messico, una stanza intima con un palco che ospita performance, laboratori ed esibizioni in playback. Per chi lo frequenta, è un luogo in cui assumere un altro genere ed esplorare la propria identità.
Realizzato con i resti di lungometraggi argentini mai completati, La Película Infinita è, per così dire, una storia parallela del cinema: un saggio come un Frankenstein cinematografico che infonde nuova vita in immagini che parevano una volta inutili e di poco conto.
The Modern Jungle è sia una storia della globalizzazione vista attraverso il sogno febbrile di uno sciamano messicano, sia un ritratto intimo della cultura zoque, del feticcio dei beni di consumo e dei problemi del genere documentario.
Un intimo ritratto del rinomato compositore giapponese Ryuichi Sakamoto permette di fare il punto sulla sua musica, sul suo lavoro nel mondo del cinema e sul suo rapporto con la natura e il mondo.
Nel loro primo documentario, Christine Molloy e Joe Lawlor prendono come punto di partenza l’affascinante figura settecentesca di Ambrose O’Higgins tentando di ricostruire l’incredibile viaggio che lo condusse dall’Irlanda al Cile.
Živan, cantante punk e poeta, per le ultime cinque estati ha organizzato un festival punk nel suo villaggio, in Serbia. E ci ha sempre rimesso del denaro. Il suo obiettivo, però, è cambiare il modo in cui pensano le persone in occasione della sesta edizione del festival.
Un documentario sulla storia di Mario de Marcella, un eremita che viveva nei boschi vicino a Roma. Fu chiamato dai cacciatori "Il Solengo" perché così chiamano il cinghiale solitario che viene tagliato fuori dal resto del branco.
Un’amicizia che supera i confini e le generazioni. Negli anni ‘50, un soldato ungherese fuggì all’ovest. Negli anni ‘90, il figlio di un soldato americano scappò all’est. Le loro strade si incrociarono a Bogotà, dove fecero amicizia raccontandosi storie della stessa terra in tempi molto diversi.
Mentre Taiwan era nelle grinfie della legge marziale, nel 1982 nacque un gruppo di registi intenzionati a costituire un’identità culturale attraverso il cinema e a condividerla con il mondo. Questo coinvolgente documentario esamina il loro retaggio.
Tra l’Autore e il Materiale Grezzo al centro della sua Opera Creativa si sviluppa una relazione tale per cui il Materiale diventa il protagonista e l’Autore è costretto a entrare a far parte del Materiale stesso per continuare a interagire con lui.
Erasmo Chambi è un immigrato boliviano che sopravvive nella periferia di Buenos Aires esibendosi nei locali nei dintorni. Si porta dietro un ring precario costruito con le sue mani. Nel suo paese era “El Ciclon”, un lottatore leggendario. Adesso, allena suo figlio perché diventi il suo successore.
Composto da interviste con 7 uomini di gradi diversi sulle atrocità che hanno commesso o ordinato durante la guerra civile liberiana, questo documentario sconvolgente esamina la natura della violenza moderna e il concetto essenzialista di guerra.
Ragazzi normali di giorno, re di notte: ecco come si sentono i giovani rom bulgari quando arrivano a Vienna in cerca di fortuna e denaro facile, dove vendono il loro corpo come se fosse l’unica cosa che hanno. Quello che li fa andare avanti, così lontano da casa, è il loro cameratismo.
Marianna è un’attraente 40enne che ha appena denunciato i genitori per poter cambiare sesso. Alienata dalla madre e ignorata dagli amici, trova rifugio in un gruppo teatrale dove cerca di dare un senso alla sia situazione provando un’opera basata sul suo passato.
Zuhdi Al Adawi, un artista palestinese imprigionato nei territori occupati, usa la sua arte come mezzo di espressione e viene aiutato dalla sua famiglia e dal resto della comunità a completare le sue opere.
Letters to Max è la cronaca del rapporto epistolare tra l’artista e registra francese Eric Baudelaire e Maxim Gvinjia, ex ministro degli esteri dell’autoproclamato stato caucasico dell’Abcasia, ma anche un documentario ingegnoso e originale.
Un lungo documentario in bianco e nero, che si concentra su ciò che rimane dopo una catastrofe naturale. Lav Diaz si concentra sul "qui e ora": i sopravvissuti sono completamente assorbiti dal lavoro o dal gioco (i due ambiti non hanno confini ben definiti) mentre tutto intorno pervade la desolazione.
An Anthropological Television Myth è una scusa per introdurre l’antropologia televisiva nel dibattito culturale, interpretando la storia di un paese e delle sue genti attraverso gli archivi di centinaia di stazioni televisive private sparse in tutta Italia.
Un ritratto intimo dello Yemen mentre nasce la rivoluzione narrato attraverso gli occhi di Kais, un commentatore intelligente dell’epoca di cambiamenti che sta vivendo il paese. Il film, mentre percorre l’ignota strada verso la rivoluzione, offre momenti di riflessione, perdita, rabbia e speranza.