In una camera oscura, sono state disposte su una superficie 50 strisce di pellicola non esposte su cui è stato proiettato un fotogramma di La sortie des ouvriers de l’usine Lumière per creare un nuovo tipo di film…
Il film si apre con una discussione tra Edgar Morin e Jean Rouch: è possibile recitare in modo sincero di fronte alla cinepresa? Viene poi introdotto un cast di persone comuni che, di fronte ai registi, parla di temi quali la società francese e la felicità della classe operaia.
Letter from Siberia è un saggio lirico in forma epistolare, in cui intervengono elementi stilistici di vario genere, con il quale Marker documenta il suo viaggio in Siberia e sviluppa per la prima volta il suo caratteristico stile narrativo.
Una meditazione sperimentale sui foyer e sulle iconiche pubblicità di Times Square, il primo film di Klein cattura gli aspetti al contempo squallidi e scintillanti del quartiere dei teatri di New York.
Questo incredibile non-documentario dal re degli zozzoni Joseph P. Mawra si impegna al massimo per rappresentare le “traversie” delle lesbiche nel 1965 circa. Certo, è solo un film grindhouse per i colletti bianchi, ma è anche un sorprendente “documentario casuale” sul Village degli anni ’60.
Un gruppo di sei sommozzatori specializzati in operazioni a elevata profondità vive per tre settimane in fondo all’oceano. Tra turni nella camera di decompressione ed esperimenti a bordo della piattaforma Luna, tutti devono attenersi a rigidi protocolli.